Nel cuore di ogni donna cresce sempre la speranza di incontrare il principe azzurro, in sella ad un cavallo bianco e vivere una fiaba, almeno così pensava Federica che aveva 16 anni ed era un po’ capricciosa e testarda, tipico atteggiamento adolescenziale, ma nel contempo anche solare e divertente. Marco Di Muro, il suo fidanzato, aveva 21 anni e viveva a Formello, faceva il cameriere ed era invece un tipo solitario e un po’ autoritario.
I fatti
La mattina del 1 Novembre 2012 il corpo di una ragazza viene ritrovato sulla spiaggia di Anguillara Sabazia (RM) da un passante. Quella ragazza è Federica Mangiapelo (Marta Arduini, Il delitto del lago- la storia di Federica Mangiapelo, Politica Sette – Quello che gli altri non dicono, 15 novembre 2021). La morte di Federica, secondo le indagini degli inquirenti, fu causata da fattori naturali perché la ragazza aveva problemi cardiaci congeniti. Tuttavia, la tenacia dei suoi genitori, che non credevano a questa versione dei fatti, ha portato a una successiva riapertura delle indagini e al conseguente arresto, nel Dicembre 2014, di Marco Di Muro con l’accusa di omicidio volontario. Le nuove indagini indicarono, infatti, che la ragazza era morta per annegamento o meglio, il suo ragazzo l’avrebbe prima strattonata dopo una feroce litigata, facendola scivolare sulla riva del lago, e poi l’avrebbe annegata. Il delitto di Federica Mangiapelo prese il nome di delitto del lago, cioè un ulteriore caso di femminicidio.
Una mimosa con le spine
Così inizia la storia di Federica Mangiapelo e di quello che lei credeva fosse il suo fidanzato. Federica altro non è che l’ennesima vittima ingenua di un “amore” malato e violento. Di Muro dichiarò, infatti, agli inquirenti che picchiava la ragazza per educarla e i genitori di Federica, consapevoli delle violenze che subiva, avevano fatto di tutto per dissuaderla ma senza riuscirci. Ma come si può pensare di educare una persona picchiandola? E soprattutto rispetto a cosa doveva essere educata Federica? È evidente quanto la storia di Federica Mangiapelo e Marco di Muro fosse una di quelle relazioni guidate da meccanismi contorti fatti di possessività e di una visione della donna come assoggettata al volere del suo uomo. Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e in tante piazze si espongono scarpe rosse col tacco che simboleggiano la violenza sulle donne. Il rosso mi fa pensare al sangue versato per un amore che non accetta il rifiuto, un pensiero diverso dal proprio, una mancanza totale di empatia e una non accettazione dell’altro. Il delitto del lago lo associo alla giornata dell’otto marzo, una giornata dedicata alle donne, che mi fa pensare alla bellezza dell’arrivo della primavera e delle mimose. Il mondo di cui io vorrei far parte renderebbe più partecipi le donne e soprattutto più sensibili gli uomini. Nonostante gli innumerevoli fatti di cronaca, che hanno colpito tante donne, io ho speranza che ci possa essere un mondo più giusto!
Io l’otto e lotterò SEMPRE per la mia vita e per quella di altre donne!