Autore: Carlo Levi
Carlo Levi fu mandato in esilio dal partito fascista in Calabria e descrive la tragica condizione della gente del sud.
Da questa esperienza ha scritto un libro, “Cristo si è fermato a Eboli”, che sta a raccontare che Cristo oltre non è andato, abbandonando al loro destino gli abitanti di questo territorio. Carlo Levi porta indietro nel tempo il lettore, in quei luoghi così aspri e selvaggi, in quel paese, in quelle vie, in quelle case fatte con misere cose.
Ogni pagina racconta e descrive molto: ambienti, sentimenti, rivalità, povertà e le ricchezze dei pochi che vivono una vita migliore. In questo intreccio di avvenimenti e misere condizioni di un’Italia poverissima e ignorante, Carlo descrive soprattutto la vita quotidiana vissuta da questa gente in questi luoghi sperduti e dimenticati da Dio e soprattutto dallo Stato.
Unica consolazione: l’aiuto degli italiani che lavoravano in America e mandavano ai parenti soldi e strumenti per i loro mestieri: barbieri, sarti, contadini e fabbri. Carlo era il medico del paese e faceva ciò che poteva. Arrivò la fine dell’esilio e, nonostante le suppliche dei contadini, Carlo se ne andò.
Commento
Carlo in un simile luogo si trovava male e non gli do torto, la povertà e l’abbandono che ho letto in questo libro erano una cosa allucinante, però aveva il suo lati positivi, le leggende, i personaggi, l’aiuto che ricevevano dai parenti dall’America. Di fronte alla povertà e alle privazioni i paesani volevano ribellarsi ma non potevano perché erano sotto il pugno violento della dittatura.
