Una tra le più antiche botteghe di San Lazzaro, l’alimentari Renna soddisfa i palati dei “lazzarini”, ovvero gli abitanti del quartiere, da circa 8 decenni. L’attuale proprietario, nipote del fondatore, ci ha concesso un po’ del suo tempo per ricordare il passato e condividere la sua visione per il futuro.
Ci racconti la lunga storia del suo alimentari.
La nostra storia parte dal 1938 quando mio nonno, iniziatore di quest’attività tramandata da tre generazioni e amatore soprattutto della pasta, partì insieme con mio padre per Gragnano per selezionare delle paste importanti di produzione artigianale. La nostra prerogativa è sempre stata selezionare i prodotti ed elevare il più possibile la qualità.
Che rapporto ha con il quartiere?
Con il quartiere abbiamo avuto alti e bassi ma tutto sommato è un buon rapporto. Io sono nato a San Lazzaro, siamo chiamati lazzarini (risata). Perciò sono affezionato tanto a questo quartiere, insieme con altri vicini mi auguro di tenerlo bene. Ci teniamo molto, la città lo merita.
Dai racconti tramandati dalla sua famiglia, quali sono stati i motivi che vi hanno spinto ad investire proprio in questo quartiere?
Da quando ho abbracciato questa attività, mi è sempre piaciuta e ci ho tenuto a valorizzare questo amore, questa passione che si è tramandata per tre generazioni e mi auguro che ci sarà una continuità, anche in un periodo delicato.
Pensa che la nostra iniziativa (inteso il blog del quartiere) possa aiutare il quartiere e i cittadini a valorizzare le proprie attività e le proprie ambizioni per il futuro?
Me lo auguro di tutto cuore! È dove sono nato e sono certo che anche gli altri seguiranno quest’idea nel valorizzare sempre più il quartiere ed allo stesso tempo anche la città.
Cosa significa per lei Salute Mentale?
È fondamentale. Senza salute psicofisica non si può andare tanto lontano. È necessario avere un rapporto vicino verso il cliente, il consumatore, il cittadino. La grossa distribuzione non ha migliorato la situazione, penso non solo in città ma anche a carattere nazionale, ci tengo tanto alle piccole e medie attività artigiane perché ravvivano la città e non penso che la grossa distribuzione abbia questo interesse.
Conosce qualche aneddoto del quartiere? vivendola più da vicino ha avuto la possibilità di conoscere qualche personaggio illustre?
La chiusura del cinema Santa Lucia è stata una grande perdita, un vero peccato. Ricordo che c’era anche l’arena quando ero bambino e ci giocavamo, passando le giornate. Mi auguro che tutto quello che verrà dopo porterà delle migliorie.
Vuole raccontarci qualcos’altro sul quartiere? qualche aneddoto in particolare?
Sono cambiate molte cose nel giro di quindici-vent’anni, è passata un’epoca dagli anni che ho vissuto io, settanta-ottanta-novanta. Andavo dalle suore di San Lazzaro, abitavo in una via di queste, dove sono nato, mi ricordo all’epoca passavo dal locale del nonno e dal contenitore prendevo i cosiddetti sciù-sciù, delle caramelle gommose, per poi scappare; questi sono bei ricordi d’infanzia, insieme agli amici coetanei. Però si va avanti, la vita va avanti.
La redazione di Bizzarro.org svolge la sua missione di valorizzazione di San Lazzaro con piacere, ma lo vive anche come un dovere: da questa e altre interviste alle attività storiche del quartiere continuano ad emergere aspetti meno freddamente di cronaca e più riguardanti l’umanità che le hanno costruite, aspetti purtroppo spesso sottovalutati o addirittura calpestati. Le nuove generazioni stanno ereditando un quartiere molto cambiato, ed è giusto guardarsi indietro e raccogliere ricordi e storie di vita vissuta da tramandare ai posteri, cosicché non vadano perse. Ringraziamo ancora una volta la famiglia Renna per i bei ricordi che hanno condiviso con noi e con i lettori.