Don Chisciotte della Mancia
Autore: Miguel De Cervantes
Si fa chiamare “Il cavaliere dalla triste figura”
È da quattro secoli che Don Chisciotte, il fiore della cavalleria errante, ci ispira con le sue gesta e ci fa discutere sul suo stato mentale. “Pazzo!”, viene definito dagli altri personaggi della storia ogni qualvolta egli coglie l’occasione per coprirsi di ridicolo, o quando fa precipitare situazioni già tese con le sue azioni impulsive e sconsiderate. Ma il nostro eroe non è solo in queste peripezie: al suo fianco troviamo lo scudiero Sancio, il perfetto contrappeso all’idealismo e alla ferocia guerresca del cavaliere, essendo un concentrato di buonsenso contadinesco, nonché un buontempone. Il duo percorre la Mancia alla ricerca di torti da raddrizzare, nel nome di Dio e del Re; ma, purtroppo, questi sforzi risultano immancabilmente in grossi guai, per loro e per i malcapitati con cui incrociano il cammino: malcapitati che, spesso, rimangono stupiti in egual modo dall’evidente pazzia di Don Chisciotte e dalla sua profonda intelligenza, nascosta sotto la superficie.
“Visse folle e morì saggio“
Le disavventure di Don Chisciotte iniziano dalla sua passione, malata, per i romanzi cavallereschi. Tale ossessione lo spinge a dilapidare gran parte della sua modesta rendita nell’acquisto di sempre più libri del genere, e a spendere la gran parte del suo tempo immerso nella loro lettura: ne consegue un distacco dalla realtà, con risultati tragicomici. I suoi parenti e amici tentano di farlo rinsavire, ma sono destinati al fallimento; nemmeno bruciare la sua collezione di volumi come terapia d’urto ha successo. Solo sul letto di morte, a conclusione del romanzo, il protagonista ripudia le sue vecchie convinzioni e si dichiara guarito dalla follia. Saluta i suoi cari, e anche i lettori, con dimostrazioni di grande saggezza, e lascia dietro di sé ricordi di coraggio inaudito e di altruismo straordinario, appena venati di amaro sarcasmo e cinismo. E lascia anche un paio di domande: è giusto ritenere la follia una malattia? ed è giusto tentare di guarirne a tutti i costi? Senza la follia, Don Chisciotte non sarebbe stato Don Chisciotte, e noi lettori saremmo stati privati della sua compagnia; e che peccato sarebbe stato! Le sue imprese, non a caso, hanno raggiunto l’immortalità. Chi pensava mai che dei mulini a vento avrebbero potuto tanto?