Bruno Pizzul nasce a Gorizia l’8 marzo 1938. Fu calciatore, ma la sua carriera sportiva finì a causa di un infortunio al ginocchio; si dedicò quindi ad insegnare lettere alle scuole medie, a San Lorenzo Isontino.
Nel 1969 fu assunto in RAI dopo aver partecipato al concorso nazionale per radio telecronisti e l’8 Aprile 1970 commentò la sua prima partita, Juventus-Bologna. La prima vittoria di una squadra italiana in una finale di coppa europea da lui annunciata in diretta ai telespettatori fu quella del Milan il 16 Maggio 1973, in “Coppa delle Coppe”. Il 29 Maggio 1985 Bruno Pizzul era il commentatore della finale della coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool, nota per la strage dell’Heysel in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e 600 rimasero ferite, una brutta ferita per il calcio e non solo.
Il video della diretta su RAI 2 fu volutamente oscurato e Bruno commentò per più di un’ora gli avvenimenti in tempo reale insieme a Gianfranco De Laurentiis. Pizzul è anche stato conduttore de “La Domenica Sportiva” nella versione estiva del 1975 e poi nella stagione 1993-94, affiancato da Simona Ventura e Amedeo Goria; fu anche conduttore di “Sport Sera” e “Domenica Sprint” dal 1976 al 1990 e curatore dello spazio dedicato alla moviola all’interno di 90° Minuto. L’ultima partita dell’Italia da lui commentata, che segnò il suo congedo dalla RAI, fu l’amichevole giocata a Trieste e persa per 1 a 0 contro la Slovenia. Era tifoso del Torino. È apparso nei film “Fantozzi – il Ritorno” e “L’arbitro” con Lando Buzzanca. Bruno Pizzul era sposato con Maria, da lui soprannominata “La Tigre”, ed ebbe 3 figli, Fabio, Silvia e Carla, e 11 nipoti, come una squadra di calcio.
La sua personalità e la sua lunga carriera gli hanno valso negli anni un folto seguito di tifosi calcistici, alcuni anche giovani, che lo hanno conosciuto grazie alla passione ereditata dai loro genitori o fratelli maggiori: qui a Club Itaca Lecce troviamo due esempi di tale affettuoso ricordo nelle parole di Vittorio e Rosa, appassionati di sport e calcio in particolare.
Vittorio: Mi ricordo che guardavo le partite con mio padre e sentivo la radiocronaca di Bruno, aveva una voce squillante quando parlava e mentre guardavamo 90° Minuto lui era sempre presente. Quando ascoltavo la sua radiocronaca mi emozionavo, sembrava di entrare nel vivo della partita.
Rosa: Per chi soffre di handicap fisici e mentali praticare sport è importante, ma lo è anche amarlo e coltivare una passione. Tifare è fare parte di una famiglia, si è orgogliosi quando l’Italia alle olimpiadi vince medaglie e così pure con tutti gli sport; ma lo sport nazionale qui in Italia è il calcio e i radiocronisti sono un ponte, dei messaggeri che ci raccontano il gioco della nostra squadra del cuore. Di recente ci ha lasciato Bruno Pizzul, un grande comunicatore calcistico. Sentendo alla tv e alla radio le telecronache delle partite di calcio sentivo i collegamenti alle varie partite in corso e tra i radiocronisti sentivo spesso il suo nome. Con la morte di Bruno Pizzul se ne va un grande uomo della storia del calcio che aveva accompagnato i tifosi per una cinquantina d’anni.