Nel cuore del quartiere San Lazzaro c’è un luogo speciale dedicato a chi porta con orgoglio i propri ricci: il salone Riccia’s. Un punto di riferimento per chi desidera valorizzare la propria chioma naturale, ma anche un crocevia di storie, conversazioni e incontri. In questa intervista, il titolare del salone ci racconta il suo percorso, la sua passione e la sua visione sul benessere mentale.
Da quanti anni avete aperto la vostra attività nel quartiere San Lazzaro? E perché proprio qui?
L’attività esiste da 13 anni, e rimanere qui è stata una scelta di cuore. Ci ho lavorato prima come collaboratore e poi come titolare.
Da dove nasce la sua passione per la cura dei capelli e, in particolare, perché i capelli ricci?
La passione per i capelli mi è stata trasmessa geneticamente: sono figlio d’arte. Negli anni di lavoro ci siamo resi conto che i capelli ricci spesso vengono trascurati, stirati e in qualche modo privati della loro identità naturale.
La vostra attività è frequentata da molta gente del quartiere?
Sì, certo. La maggior parte della nostra clientela ha i capelli ricci, direi circa il 90%, e sono quasi tutte donne.
Quali sono gli argomenti più discussi dalla gente che frequenta il vostro centro? Si parla del quartiere San Lazzaro? Ci sono storie o aneddoti che raccontano? Lei conosce qualche personaggio di spicco?
Nel nostro salone c’è una grande varietà di clienti e, di conseguenza, anche di argomenti di discussione. Si parla soprattutto di quotidianità e attualità: ultimamente, ad esempio, di Sanremo, di politica, specialmente locale, e dei suoi limiti percepiti dalle persone.
Cosa significa per lei salute mentale?
Ritengo che il malessere mentale nasca da problematiche psicofisiche. Spesso non dipende solo da come si pensa, ma da come si vive nella vita di tutti i giorni. È essenziale prendersi cura della propria salute fisica per stare bene anche interiormente: lo stress danneggia sia la mente che il corpo.
Oltre i ricci: una riflessione sui pregiudizi
Ingiustamente sottovalutati e vittime di pregiudizi (“Per ogni riccio un capriccio!”), i capelli ricci possiedono la stessa dignità di ogni altra tipologia tricologica. Come ci ha raccontato il titolare di Riccia’s, questi capelli vengono spesso associati a un’idea di indisciplina, ribellione o addirittura disordine, quasi come se la loro natura imprevedibile riflettesse un’indole poco conforme alle regole.
Ma quanto spesso i pregiudizi estetici si intrecciano con quelli sulla salute mentale?
È una riflessione che ci siamo posti durante e dopo l’intervista. Esattamente come i capelli ricci vengono talvolta forzati a conformarsi a uno standard, anche le persone che affrontano problemi di salute mentale subiscono il peso di stereotipi e aspettative sociali. L’idea che chi ha una mente “indomabile” sia meno affidabile, meno stabile o meno capace è una forma di stigmatizzazione che può portare all’isolamento e alla paura di mostrarsi per ciò che si è davvero. Ma la bellezza sta proprio nella diversità, nella libertà di essere se stessi senza il bisogno di “disciplinare” ogni singolo aspetto della propria identità.
Come ci ha ricordato Riccia’s, ogni chioma ha la sua bellezza, che può essere selvaggia, ma sempre unica. Allo stesso modo, ogni persona merita di essere accolta e valorizzata nella sua autenticità, senza che siano gli stereotipi a definirla.
Grazie a Riccia’s per averci aperto le porte del suo salone e della sua esperienza, e grazie a chi ogni giorno sceglie di essere sé stesso, con i propri ricci e con la propria storia.