Silvia Miglietta è l’assessora presso il Comune di Lecce preposta alle Pari Opportunità, Diritti civili, Accessibilità, Volontariato, Welfare, Accoglienza, Politiche abitative. Negli anni del suo mandato si è impegnata nel sostenere persone in difficoltà: famiglie con bambini in condizioni economiche precarie, stranieri da poco in Italia, anziani soli, e altri casi delicati. Ascoltiamo cosa ha da raccontare sulla sua esperienza in Comune.
Come inizia la sua carriera da Assessore?
“Carriera” mi sembra una parola un po’ esagerata! Il mio percorso da Assessore inizia nel 2017, quando l’attuale sindaco Carlo Salvemini decide di raccogliere una sfida: la candidatura a sindaco. In tanti gli chiedevano di candidarsi e così fece. Si affidò ad alcune persone per essere sostenuto in questo suo progetto, e io ero tra queste. Ho da sempre avuto la passione per la politica fin da quando ero ragazza; ho sempre seguito le vicende locali e nazionali, approfondendole, puntando a formarmi. In realtà, per alcuni anni ho faticato molto a farlo perché ho due figli e ovviamente quando i bambini sono piccoli hai molte difficoltà e poco tempo libero; anche il lavoro mi impegnava. Nonostante ciò accolgo questa richiesta dell’oggi sindaco Carlo Salvemini con molto entusiasmo; avevo già dell’esperienza nel servire i cittadini perché ero stata Consigliere di Quartiere nella mia Circoscrizione. Candidata assessore nel 2017, fui eletta con circa 350 voti. All’epoca ero la donna che aveva preso più voti! Da un giorno all’altro mi trovai in questa situazione incredibile: essere assessora. La nostra esperienza durò un anno e mezzo, poi il sindaco si dimise. Ci furono nuove elezioni nel 2019: mi candidai nuovamente e fui rieletta, e da allora ho le deleghe che avete nominato prima: Welfare, Servizi Sociali, Politiche Abitative. Deleghe faticose ma molto importanti; volontariato, diritti civili, pari opportunità, accoglienza ed accessibilità, temi sociali hanno un unico filo conduttore. Ho iniziato per caso, non mi aspettavo di essere eletta subito, ma speravo di dare il mio contributo all’idea di città che si stava costruendo, insieme al sindaco. Il mio sogno è sempre stato quello di essere al servizio dei cittadini. Negli anni ho sempre svolto i miei doveri, anche assumendo una babysitter per i miei figli e lavorando, ma sentivo di dover realizzare questo sogno e alla fine si è compiuto.
In cosa consiste il suo ruolo all’interno del Comune di Lecce?
Mi occupo di coordinare. La figura dell’assessore indirizza presso i Servizi Sociali erogati dal comune, come quelli a favore di bambini e adolescenti; poco prima di quest’intervista abbiamo svolto la riunione di servizio per l’integrazione scolastica e il sostegno ai bambini e alle bambine in difficoltà che frequentano le scuole di Lecce. I servizi sociali forniscono alle persone anziane l’assistenza domiciliare nel momento in cui insorgono problemi di salute e prevedono anche interventi come pasti caldi o aiuti per disabili o per donne vittime di violenza. Il nostro settore gestisce le case popolari, assegnate alle famiglie con determinati requisiti in base a una graduatoria. Il mio è un servizio alla comunità, che sta accanto ai bisogni della gente. Le persone vengono per essere aiutate: le ascolto volentieri, anche questo fa parte del mio lavoro. Le accolgo per un consulto anche senza appuntamento.
Che ruolo ha il Terzo Settore nella città di Lecce?
Il terzo settore ha un ruolo importantissimo, fondamentale e non sostituibile perchè è una risposta istituzionale ai bisogni delle persone: è per loro che esistono il Comune, le ASL, l’Ambito Territoriale… Ci sono delle cose alle quali purtroppo le istituzioni non riescono ad arrivare, ed è solo grazie al lavoro instancabile del terzo settore, ormai sempre più professionale, il cosiddetto privato sociale, che molto spesso arrivano delle risposte. Risposte frutto della collaborazione e della sinergia tra il terzo settore e le istituzioni, per esempio: noi abbiamo un servizio di consegne di pasti a domicilio per persone anziane senza famigliari e con un reddito molto basso non in grado di fare la spesa. Passano dal servizio sociale, parlano con l’assistenza sociale e se hanno questi requisiti ricevono il pasto a domicilio. Poi c’è un mondo di persone con un bisogno estremo, come i cosiddetti senzatetto, che a volte addirittura non hanno documenti e non conoscono la nostra lingua; non sanno come rivolgersi ai servizi e mangiano nelle mense gestite dalle parrocchie. Quest’ultimo è un servizio che il comune non riesce a dare perché non ha le risorse. Un servizio fondamentale del terzo settore in questo caso è fornito dai volontari che svolgono servizio nelle parrocchie consentendo mediamente a circa 200 persone al giorno di mangiare.
Che attenzione è stata prestata dall’attuale amministrazione al tema della salute mentale in questi anni?
Il tema della salute mentale è di una grandissima attualità. Se ne occupa l’ASL, essendo un servizio sanitario e non sociale: le azioni, i provvedimenti, le iniziative, la cura attiene al Servizio Sanitario Nazionale. Io ho contatti con Club Itaca Lecce, che fa un lavoro straordinario, e ho affiancato e conosco bene anche altre realtà, ad esempio mi viene in mente la comunità che si trova in Via Ungaro, che si occupa di problemi intellettivi e psichiatrici e ha una comunità residenziale, i loro ospiti hanno fatto dei progetti nella nostra biblioteca, come voi che avete organizzato eventi alla Biblioteca OgniBene. Ho anche conosciuto il lavoro della associazione Di-Vergo, che svolge altre attività, però non ho la possibilità di assumere iniziative in prima persona perché non è di mia competenza. Ho contatti costanti con i servizi che si occupano di persone con problemi psichiatrici ma facciamo molta fatica ad interfacciarci, perché tutti gli uffici lamentano scarsità di personale e un aumento del bisogno. Quando abbiamo vissuto il periodo dell’emergenza Covid e della pandemia ci siamo impegnati ad attivare, con l’aiuto dell’Università del Salento, un servizio di supporto psicologico pensato soprattutto per le persone sole. Ritorna sempre il tema degli anziani o delle solitudini, e c’è un forte fenomeno migratorio di persone che arrivano nel nostro paese per fuggire da guerre, violenza o povertà, e arrivano dopo viaggi in cui vivono grandi sofferenze e addirittura vere e proprie torture. Bisognerebbe prendere tutte queste persone e abbracciarle, accompagnarle verso i servizi ma spesso non ci sono risposte per loro, mancano i mediatori culturali. Per esempio le donne musulmane parlano solo con donne medico e non uomini, c’é tutto un insieme di bisogni nuovi che i territori si trovano ad affrontare e che la politica finge di non vedere.
Come saprà il nostro progetto è finanziato dal bando Puglia Capitale Sociale 3.0 del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, ritiene adeguati gli investimenti e la politica della Regione Puglia rispetto al Terzo Settore?
Credo che la Regione sia avanti su questo, perché ha sempre avuto uno sguardo molto profondo sulle esperienze di questo tipo. Questa visione è di successo, perché sono state tante realtà del terzo settore a partecipare per poi poter realizzare le proprie attività. Questo contributo, PugliaCapitaleSociale 3.0, è un bando pubblico molto facile e accessibile nella modulistica o documentazione da produrre, anche come prima volta, ed è il motivo per cui la platea dei beneficiari è stata molto ampia. Naturalmente ci sono anche bandi della regione stessa che sono più difficili, poi ovviamente in base alle attività che si vogliono realizzare cambiano anche le associazioni a cui si rivolge e le modalità di partecipazione.
Cosa si augura per il suo futuro e per quello del Terzo Settore a Lecce?
Mi auguro che questa collaborazione con il terzo settore continui, ma non so se continuerà la mia esperienza come assessore. Quest’anno avremo le nuove elezioni e sapremo se sarà eletto il sindaco, io me lo auguro perchè ho vissuto un’esperienza straordinaria, mi è piaciuto tutto quello che ho fatto anche se a volte non ho dormito la notte per le preoccupazioni e per le fatiche! Ma anche senza di me sono sicura che si continuerà a lavorare proficuamente, ma ripeto: pubblico e privato non possono fare a meno l’uno dell’altro, il pubblico ha bisogno del contributo del terzo settore e viceversa. Certamente l’esperienza che ho fatto questi anni mi ha dato modo di conoscere realtà con il quale probabilmente non sarei mai entrata in contatto se non avessi fatto l’assessore, e sono grata alle persone che ho conosciuto per le possibilità che mi hanno dato per ampliare lo sguardo. Non avrei incontrato nemmeno voi se non avessi avuto questo ruolo! E quindi comunque vada la mia “carriera” sarà sempre una cosa che rimarrà parte della mia vita.
Piccola curiosità: lei come assessore non ha disponibilità finanziarie dirette per intraprendere iniziative. Chi le fornisce le informazioni da seguire?
Come assessore ho pochissima autonomia finanziaria; i soldi provengono da fondi statali ed europei e noi lavoriamo sulla base di leggi e regolamenti: è il Ministero a dirci in che modo dobbiamo utilizzare i fondi finanziari. Ad esempio, adesso abbiamo ottenuto i fondi del PNRR e con questa disponibilità finanziaria abbiamo ottenuto un appartamento in ristrutturazione, regolato da una legge regionale. Sempre grazie ai fondi PNRR abbiamo dato questo appartamento a sei persone in stato di disabilità, per una durata di tre anni; dopodichè l’appartamento rimarrà di proprietà dell’amministrazione e sarà assegnato a qualcun altro.
Per quanto riguarda l’iniziativa del cohousing presso il parco ex Galateo, a che punto è il progetto?
Stiamo iniziando i lavori di ristrutturazione dopo aver vinto il bando di gara, i lavori sono stati aggiudicati da poco. È una cosa meravigliosa perché si prevede di far abitare assieme studenti, giovani, etc… si distinguerà dal tipico edificio condominiale, proveremo ad attivare uno spazio di comunità.
Nell’ambito dell’amministrazione comunale ogni delega riveste un’enorme importanza e richiede risorse umane e materiali non indifferenti; poche, tuttavia, hanno il potenziale di influenzare direttamente la vita di così tante persone in difficoltà come i Servizi Sociali. Il Comune di Lecce, nella persona dell’assessora Silvia Miglietta, dimostra come occorra, per fare veramente la differenza, far coesistere sensibilità e fermezza; senza la prima, i bisognosi non potrebbero rivolgersi a chi è in grado di aiutarli e senza la seconda organizzare sostegni efficaci sarebbe pressoché impossibile. Progetto Itaca Lecce ringrazia l’assessore non solo per la sua disponibilità a rispondere alle nostre domande e il suo lavoro per i cittadini in questi anni, ma anche per il suo candore nel riconoscere l’importanza rivestita dalle Associazioni di Volontariato, come la nostra, nell’affiancare la pubblica amministrazione nella lotta quotidiana alle ingiustizie e ai problemi che affliggono le fasce più vulnerabili della cittadinanza. Ci uniamo al suo augurio che questa collaborazione continui e si rafforzi sempre di più, per un avvenire più equo, dove emarginazione e privazioni rimarranno solo un brutto ricordo.